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La domenica
non si vende

Per chi lavora, per le famiglie, per la comunità e per l’intera società non trasformiamo la domenica in un giorno lavorativo come tutti gli altri!

Il 18 giugno
votiamo NO

alla modifica
della Legge
sulle aperture
dei negozi

Le promesse
non
mantenute

Nonostante le promesse fatte, la maggioranza del Gran Consiglio ha deciso di modificare una legge entrata in vigore solo nel 2020. La decisione di un’ulteriore liberalizzazione è stata presa ascoltando esclusivamente i desideri dei grandi commerci, senza tenere in considerazione le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici del ramo.

La legge in vigore concede già una grande libertà, consentendo aperture generalizzate per 3 domeniche all’anno, per i festivi non parificati alla domenica (5 giorni all’anno), aperture fino alle 19:00 tutti i giorni (fino alle 21:00 il giovedì) e aperture 7 giorni su 7 dalle 6:00 alle 22:30 nelle zone turistiche (che equivalgono a circa i 2/3 del territorio cantonale) per i negozi con una superficie inferiore ai 200mq. A questo si aggiungono le aperture generalizzate per eventi come il Black Friday e le manifestazioni locali. Oggi, però, la maggior parte dei negozi non usufruisce di queste possibilità, perché le vendite domenicali e fuori orario non sono sufficienti a coprire i costi delle aperture prolungate.

I commerci
non usufruiscono
nemmeno
delle aperture
già concesse

Il personale
di vendita ha
il diritto di godere
del giusto riposo

Gli attuali orari di apertura hanno
già pesato sulle condizioni lavorative del personale che da sempre soffre di ritmi di lavoro insostenibili, bassi salari e poche tutele. L’ampliamento degli orari di apertura non aumenta i posti di lavoro, come vorrebbero farci credere, ma aumenta solo i contratti a tempo parziale e su chiamata.
Inoltre, il frazionamento della giornata lavorativa è una piaga diffusa che peggiora anche le condizioni di vita delle persone impiegate nel settore. Un ampliamento degli orari aggraverà ulteriormente queste condizioni e non creerà nuovi posti di lavoro.

Non vogliamo una società dei
consumi nella quale non esistano giorni di pausa. Se questa modifica di legge dovesse passare, il Ticino sarebbe il primo cantone con una tale liberalizzazione del lavoro domenicale nella vendita. In Svizzera il lavoro domenicale è vietato, ad eccezione dei servizi essenziali al cui personale vanno garantite le dovute tutele. Se crollasse questo principio nel ramo del commercio, presto toccherà a tutti gli altri fino a che il lavoro domenicale diverrà la regola anche per tutti gli altri settori. La domenica non è un giorno da trascorrere nei centri commerciali, ma da dedicare a sé stessi, ai propri affetti, alla spiritualità e al riposo.

La domenica
è da dedicare
ad altro

Queste modifiche
non sono nell’interesse pubblico, ma solo
delle grandi catene commerciali

Questa modifica di legge rischia
di aggravare le difficoltà dei piccoli commerci, che non potranno sostenere la concorrenza delle grandi catene. Gli unici che approfitteranno di questa ulteriore liberalizzazione degli orari di apertura saranno i grandi commerci, che con i loro grandi mezzi si impossesseranno di tutto il mercato, lasciando poco o niente ai piccoli.

La liberalizzazione delle aperture non accresce il fatturato.
L’unico vero modo per incrementare le vendite è aumentare il potere d’acquisto dei consumatori alzando i salari. Il turismo degli acquisti, infatti, dipende in larga misura dal livello dei prezzi e da quanto ha in tasca il consumatore, non dagli orari di apertura dei negozi

Non è ampliando
gli orari di apertura che le persone potranno spendere di più

La liberalizzazione
degli orari
di apertura
dei negozi
non è un futuro desiderabile

Il disegno è chiaro: a questa modifica ne seguiranno altre fino ad una liberalizzazione totale degli orari di apertura. Ma questo non è un futuro desiderabile per nessuno!
Chi ha bisogno di aperture per più di 16 ore al giorno, 7 giorni su 7?
Non i consumatori, non il personale di vendita, non il piccolo commercio, che subiranno solo le conseguenze negative di questi ampliamenti.

Il 18 giugno
votiamo NO

alla modifica
della Legge
sulle aperture
dei negozi

La domenica
non si vende

Per chi lavora, per le famiglie, per la comunità e per l’intera società non trasformiamo la domenica in un giorno lavorativo come tutti gli altri!